Dott. Franz W. Baruffaldi Preis

Chirurgia orbitopalpebrale

La malposizione del margine palpebrale

Definizione

Le palpebre hanno l'importante funzione di protezione nei confronti dell'organo della vista.
Oltre alla generica copertura del bulbo che viene assolta a seconda del momento con una maggiore o minore apertura, sono i continui movimenti della palpebra a permettere una corretta lubrificazione della cornea sottostante ed il mantenimento del film di lacrime disposto in modo omogeneo su tutta la superficie.
Le palpebre ci riparano automaticamente dalla luce eccessiva o da corpi estranei che colpiscono il bulbo. Quando ciò succede i movimenti delle palpebre ci aiutano ad allontanare l'intruso fastidioso.
Quando la palpebra è "difettosa " tutti questi compiti vengono svolti solo parzialmente e con difficoltà. Per semplificare la comprensione del problema si parla di solito della malposizione del margine palpebrale.
E' ovvio che questo rappresenta solo la porzione finale della struttura ma nella maggioranza dei casi un difetto della palpebra si accompagna ad una malposizione del margine. Il margine palpebrale presenta le ciglia e queste possono risentire del rapporto tra palpebra e bulbo e mostrare un orientamento poco anatomico.
La malposizione del margine palpebrale può manifestarsi in diversi modi. La palpebra può mostrare un arco di curvatura non corrispondente all'arco di curvatura del bulbo oculare Ciò avviene nei confronti dell'asse orizzontale o di quello verticale. Fanno parte di questo gruppo gli epicanti ed i telecanti in cui la palpebra non si appoggia correttamente al bulbo oculare e si creano degli effetti tenda soprattutto a livello della porzione nasale.
La palpebra può mostrare una contrattura a livello del margine che provoca un orientamento delle ciglia o verso l'interno (entropion) o verso l'esterno (ectropion). Questa situazione è molto fastidiosa e può col tempo creare dei traumi corneali. Oltre a questi quadri ci sono situazioni in cui dalla nascita sono presenti delle indentature del margine palpebrale chiamate "colobomi".
Ci sono casi particolari "blefarofimosi" in cui la lunghezza del margine palpebrale è minore di quello che dovrebbe e quindi condiziona il campo visivo laterale. Sono casi abbastanza rari che a volte si accompagnano a quadri più complessi (blefarofimosis syndrome).
La palpebra può poi essere insufficiente a coprire e proteggere il bulbo oculare a seguito di malformazioni congenite o a malattie acquisite. Negli ipertiroidismi, non è la palpebra ad essere insufficiente ma è il bulbo ad essere spinto in avanti dal rigonfiamento della muscolatura estrinseca all'interno della cavità orbitaria.
Quando è possibile evitare d'intervenire a livello dell'orbita si può migliorare la copertura e l'aspetto del paziente andando ad allungare chirurgicamente la struttura retrattile di entrambe le palpebre. Non ultimi per importanza sono i difetti legati agli esiti cicatriziali conseguenti a traumi. Le ustioni sono tra gli incidenti che più frequentemente distorcono il margine palpebrale.
L'ustione crea infatti delle gravi retrazioni cicatriziali in una sede difficile da trattare con cure fisiche. Gli incidenti stradali complicano la guarigione delle palpebre soprattutto per la perdita di sostanza provocata dalle ferite da taglio e per la frequenza con cui si ritrovano corpi estranei ritenuti nello spessore dei tessuti (vetri, terriccio). Il margine della palpebra può presentarsi in posizione anomala anche a seguito di un intervento chirurgico.
L'intervento originario può essere stato eseguito per correggere un problema oncologico, un problema di malfunzionamento o un problema estetico. In chirurgia estetica è frequente notare a livello della palpebra inferiore un'eccessiva scopertura della sclera (scleral show) quando a seguito di una blefaroplastica inferiore si rimuove un eccesso di cute.
L'esito cicatriziale, quando la palpebra non ha una sua intrinseca resistenza elastica, è di curvatura verso il basso. Questa situazione ben si presta ad un paragone con le palpebre del cane cocker.
Molte delle situazioni sopra elencate possono essere corrette utilizzando le strategie chirurgiche orbito-palpebrali. Gli interventi chirurgici sono di solito di poco impegno per il paziente, ma richiedono un importante approfondimento diagnostico da parte del chirurgo al fine di porre la giusta indicazione.
Spesso, per la delicatezza dei tessuti da trattare e per l'unicità delle strutture che non trovano eguale in altre sedi corporee è meglio centrare l'obbiettivo la prima volta. Un reintervento può risultare più complicato. Nel colloquio con il vostro chirurgo vi saranno date le spiegazioni tecniche che desiderate.
La chirurgia orbitopalpebrale rappresenta un argomento abbastanza complesso. L'approccio più semplice si ottiene descrivendo su disegni semplificati come fare a riparare. A volte sono utili anche le immagini di soggetti prima e dopo la correzione.