Le domande più frequenti
Domanda
Ho sentito dire che si può vedere al computer il nuovo profilo che il chirurgo ottiene quando modifica il profilo del naso. Fino a che punto è realistico il risultato e su cosa si basa la forma che viene mostrata. E' possibile anche avere simulazioni di altre parti del corpo. Per cosa viene utilizzata la simulazione?
Risposta
Ogni simulazione che il chirurgo esegue al computer nasce dall'esperienza che il chirurgo applica alla risoluzione dei problemi che presenta il soggetto in esame. Non esiste computer in grado di confezionare un nuovo profilo sulla base delle specifiche caratteristiche del paziente, ciò nonostante esistono strumenti in grado di elaborare l'immagine, in modo da avvicinarsi a quello che il chirurgo sa di poter ottenere attraverso un intervento chirurgico. Il computer rappresenta quindi uno strumento utile a far comprendere quale sarà il possibile risultato che si vuole ottenere tenendo in considerazione che ci si avvicinerà a quella immagine ma che sarà ben difficile uguagliarla.
Domanda
Mi chiamo Stefania ed ho 21 anni. Da quando ero bambina soffro di cellulite. A questo proposito vorrei avere delle informazioni sui metodi per aspirare il grasso come per esempio la microliposuzione. Esiste poi un metodo che applica dei raggi (non mi ricordo quali) che sciolgono il grasso. Questa tecnica ho sentito dire che viene praticata in America, non so se si pratica anche qua.
Risposta
La liposuzione in generale tende a migliorare l'aspetto delle zone colpite dalla cellulite. Infatti asportando del grasso la cute risulta meno tesa e forma meno buccia d'arancia in superficie. Le tecniche disponibili sul mercato sono numerose e partono dallo stesso principio ossia quello di rimuovere una porzione di tessuto adiposo per migliorare le circonferenze e dare un aspetto più slanciato. Più che il nome attribuito alla tecnica è importante che la mano che adopera lo strumento chirurgico abbia sufficiente esperienza. La liposuzione a cui si riferisce "con i raggi" è la liposuzione ultrasonica che sfrutta l'onda d'urto degli ultrasuoni per rompere le cellule adipose risparmiando il tessuto connettivo ed i vasi. La tecnica è stata sviluppata in Italia e poi diffusa all'estero. Ci sono chirurghi che utilizzano questa tecnica sia in Italia che in America. Anch'essa presenta vantaggi e svantaggi.
Domanda
Egregio dottore ho dovuto fare una mastectomia. E' andato tutto bene. Ora devo rifare il seno. Sono confusa, non so cosa decidere. Mi hanno detto che si può fare in due modi: o tradizionale con una protesi, o con il grasso della pancia che viene fatto scorrere sotto la pelle. Qual è meglio? Quali sono i rischi nei due casi.
Risposta
La ricostruzione mammaria può essere eseguita introducendo una protesi mammaria dopo avere espanso la cute con un sacchettino chiamato espansore cutaneo che viene riempito progressivamente fino a raggiungere la distensione della cute sufficiente a contenere una protesi delle dimensioni desiderate. Quando si vuole ricostruire con il tessuto stesso della paziente e non con una protesi di silicone è possibile trasferire nell'area della mastectomia sia cute che tessuto adiposo vitale in grado di dare un risultato simile al seno di partenza. Il tessuto trasferito mantiene le connessioni con la zona di prelievo attraverso il muscolo che contiene i vasi responsabili dell'ossigenazione e che fa da ponte con la zona ricevente. Nel caso che le è stato proposto si tratta di cute e tessuto sottocutaneo dell'addome ed il muscolo a cui si faceva riferimento è il muscolo retto addominale. Il vantaggio di questa tecnica è che la ricostruzione viene portata a termine totalmente con tessuto del paziente senza introdurre materiale sintetico. Per contro è un intervento un poco più impegnativo di quello descritto in precedenza e richiede tempi di guarigione più lunghi.
Domanda
In seguito alla prima gravidanza ho sofferto durante l'allattamento di una mastite molto dolorosa ed evidentemente dopo la cura mi sono ritrovata il seno completamente svuotato. All'inizio ciò fu un trauma enorme e mi rivolsi ad un chirurgo per migliorare l'aspetto del seno. Mi fu introdotta una protesi mammaria che mi provocò un ingrossamento del seno verso l'alto e una discesa del capezzolo in basso. Il seno adesso è duro e poco naturale. Cosa posso fare per migliorare l'aspetto? Devo sottopormi ad un altro intervento o c'è una cura che mi può risolvere il problema senza operazione?
Risposta
Dalla descrizione degli inestetismi che ha provocato la protesi si può ipotizzare che l'impianto abbia formato una capsula periprotesica spessa e che, per la conformazione della tasca nella quale é ospitata la protesi, questa sia risalita ad occupare i quadranti alti del seno. Ne consegue che le areole vengono spinte verso il basso assumendo un aspetto vecchieggiante. Per correggere questo difetto bisogna probabilmente cambiare tipo di protesi e modificare la tasca in cui è contenuta. Inoltre se il seno si presenta particolarmente allungato può risultare utile riposizionare il complesso areola capezzolo più in alto. Questo intervento prende il nome di mastopessi e può essere associato alla mastoplastica additiva.
Domanda
Ho sentito parlare di Body Contouring. In che cosa consiste? Io non ho una sola parte del mio corpo che deve essere riproporzionata. Vorrei ridurre le circonferenze dei fianchi, ridurre l'addome, avere le cosce che non sfregano più nella parte alta. E' possibile rientrare in un programma così vasto?
Risposta
Il body contouring rappresenta un programma di correzione chirurgica del contorno del nostro corpo. Associa interventi in cui si rimuove cute e tessuto adiposo ad interventi in cui viene eliminato solo il grasso, ad interventi in cui la pelle viene stirata e sospesa a strutture interne in modo da ottenere un effetto lifting. Il compromesso è sempre quello tra il risultato e l'entità delle cicatrici. A volte con questo tipo di chirurgia possono rimanere cicatrici abbastanza evidenti a corpo nudo ma facilmente nascondibili nello slip o nel costume da bagno. E' importante comprendere cosa si può ottenere prima d'iniziare il programma di correzione. Soprattutto a livello addominale si agisce anche sulla muscolatura che viene messa in tensione e rinforzata in modo da creare una specie di panciera anatomica.
Domanda
Ho una brutta cicatrice al collo che mi è rimasta in seguito ad un incidente stradale. Mi hanno dovuto intubare d'urgenza perché avevo problemi respiratori e mi hanno fatto una tracheostomia. Il buco è rimasto aperto per due mesi poi finalmente si è chiuso. Adesso che ho risolto i miei problemi vorrei correggere questa cicatrice al giugulo e fare in modo che quando deglutisco non ci sia questa aderenza con la pelle che mi provoca fastidio ma soprattutto che si vede e mi da l'impressione che tutti mi guardino in quel punto. E' possibile intervenire facendo una plastica?
Risposta
Le cicatrici da tracheostomia guariscono per seconda intenzione e lasciano spesso delle aderenze alla cartilagine tiroidea ed agli anelli laringei. E' possibile correggere l'inestetismo mediante dei lembi cutanei di scorrimento che migliorano la cicatrice soprattutto dal punto di vista dell'introflessione e della larghezza del tessuto cicatriziale. Esistono tecniche che interpongono tessuto sottocutaneo tra la cartilagine del laringe ed il piano cutaneo proprio per evitare che si creino ulteriori aderenze. Non sempre però queste tecniche hanno successo. L'aderenza è una delle problematiche più difficili da risolvere.
Domanda
Mi hanno proposto di migliorare l'aspetto del mio viso con l'applicazione LASER. La tecnica innovativa dovrebbe lasciare un rossore per pochi giorni e dare velocemente un risultato duraturo nel tempo. La macchina utilizzata è un Laser Erbium. E' vero che presenta tutti questi vantaggi rispetto alla tecnica tradizionale?
Risposta
Il Laser a fonte Erbium è sicuramente meno traumatico del LASER CO2. Quest'ultimo viene tradizionalmente utilizzato per eseguire il LASER resurfacing del viso, provoca un'ustione di II grado profondo che guarisce in 7-10 giorni. La cute del volto a seguito di questo processo di riparazione assume un aspetto teso come se avesse fatto un lifting. La cute può rimanere rossa per alcuni mesi. Il Laser Erbium lascia un aspetto arrossato per un tempo molto più breve rispetto alla tecnica tradizionale infatti traumatizza in modo più superficiale. I risultati nel tempo non sono però così evidenti. Infatti, al di là dell'effetto ustione che provoca il LASER CO2, la fase del rossore, è quella in cui avviene il deposito del neocollagene che permette di migliorare il riempimento delle piccole rughe d'espressione.
Domanda
Ho eseguito una mastoplastica additiva 6 anni fa. Subito dopo l'intervento il seno mi sembrava molto voluminoso, poi mi sono abituata ed ora addirittura penso che starei bene con un seno più grande. Vorrei sapere dopo quanti anni si può eseguire una mastoplastica additiva senza incorrere in rischi e senza provocare un trauma al seno. Attualmente di quanto potrei aumentare il volume del seno? Io porto una terza ed ho una cute molto elastica. Prima di essere operata avevo una seconda.
Risposta
Succede molto frequentemente che dopo una mastoplastica additiva ci si abitui al nuovo volume mammario e si desideri aumentarlo ulteriormente. E' sinonimo di soddisfazione per le caratteristiche estetiche acquisite. Non esiste un tempo al di sotto del quale sia sconsigliato reintervenire per correggere il risultato di una mastoplastica additiva. L'intervento per sostituire la protesi è poco traumatizzante. Si tratta di reincidere sulla cicatrice precedente, rimuovere la vecchia protesi ed introdurre la nuova dopo avere adattato la tasca al nuovo volume. L'intervento è breve e richiede una convalescenza di pochi giorni. Affinché la correzione risulti utile, il nuovo volume deve essere superiore almeno del 20% rispetto al volume di partenza.
Domanda
Ho 29 anni ed un bel viso. Visto le mie caratteristiche somatiche desidererei tantissimo avere occhi più a mandorla. Quale intervento chirurgico è indicato per rendere gli occhi più orientaleggianti? Quali sono i pro-contro ed i costi?
Risposta
Esiste una branca della chirurgia plastica che prende il nome di chirurgia oculopalpebrale che si occupa della correzione e ricostruzione delle strutture che incorniciano l'occhio. Le palpebre, la cornice orbitaria, il sistema lacrimale fanno parte di questo distretto. Nella sfera della chirurgia estetica, soprattutto in oriente, sono molto frequenti gli interventi di chirurgia orbitopalpebrale che vengono richiesti per modificare la forma dell'occhio. Si tratta però del problema opposto a quello che lei descrive nella lettera. Infatti i pazienti chiedono di essere occidentalizzati, cioè modificare l'inclinazione del margine palpebrale in modo che risulti più orizzontale. L'intervento consiste nel distacco del legamento che fissa il margine laterale delle palpebre alla struttura scheletrica dell'orbita ed il suo riposizionamento più in basso. In questo modo si cambia la forma del taglio dell'occhio. Sullo stesso principio si basa la correzione della piega palpebrale quando questa vuole assumere l'aspetto "a mandorla", ovviamente seguendo uno spostamento inverso. Non sono interventi molto comuni e possono dare piccoli problemi relativi alla non perfetta simmetria di una palpebra rispetto alla controlaterale. Di caso in caso deve essere valutata l'indicazione e compresa la possibilità o meno di un successo. Bisogna essere sicuri che il risultato corrisponda a ciò che si aspetta il paziente.
Domanda
Vorrei sottopormi ad un intervento di chirurgia plastica perché considero le mie orecchie un po' grandi e a ventola. Siccome sono diabetica insulinodipendente da 10 anni vorrei sapere se posso sottopormi ad un'anestesia generale o se è meglio la locale e soprattutto se ci sono rischi per la mia salute visto che sono affetta da una patologia cronica.
Risposta
L'intervento correttivo per le orecchie a ventola viene normalmente eseguito in anestesia locale. Non è necessario addormentare il paziente a meno che non si tratti di un bambino al di sotto dei 12 anni che difficilmente collabora da sveglio. Essendo un intervento veloce e poco impegnativo da un punto di vista della convalescenza post-operatoria può essere eseguito anche su pazienti portatori di patologie dismetaboliche come il diabete. E' però importante ricordare che i pazienti diabetici hanno maggiori problemi nella cicatrizzazione e vanno incontro a complicanze infettive con maggiore frequenza rispetto ai pazienti con una normale produzione d'insulina. E' necessario eseguire l'intervento mantenendo bassa la glicemia (terapia insulinica compensatoria) ed avere molti scrupoli nella gestione delle piccole ferite chirurgiche che rimangono dietro alle orecchie, sia nella fase intraoperatoria, che nei giorni dopo l'intervento fino alla rimozione dei punti. I punti vengono tenuti più a lungo rispetto ad un paziente normale (14-16 giorni).
Domanda
Mia sorella in seguito ad un incidente avvenuto 2 mesi fa è stata operata d'urgenza per emorragia interna. Adesso le è rimasta una brutta cicatrice sull'addome. Il medico ha detto che si è formato un cheloide e di conseguenza correggerla con la plastica diventa una cosa difficile e complessa. Forse qualche cosa si può fare con il LASER.
Risposta
Quando una cicatrice forma un cheloide, si deve stare molto attenti a tutti quei trattamenti che possono portare ad irritazione della medesima e quindi aumentare gli stimoli all'ispessimento della lesione ed al suo allargamento ai tessuti vicini. Il LASER non sempre permette di ottenere buoni risultati sulla cicatrice ancora attiva. Per attiva si intende una cicatrice che è ancora rossa ed infiammata. A due mesi dall'intervento la cicatrice è sicuramente ancora attiva e deve essere massaggiata e tenuta idratata in modo che mantenga caratteristiche di elasticità e non si irrigidisca provocando difficoltà ai movimenti. Quando la cicatrice ha assunto un aspetto chiaro, l'azione del LASER può permettere di renderla più sottile. La cicatrice attiva che fa ancora male e crea disagio e prurito può essere trattata con mezzi compressivi (guaine, bendaggi, spessori di silicone) e può essere infiltrata con farmaci antiinfiammatori. Un esempio sono le cicatrici che rimangono dopo un'ustione che per 6-12 mesi rimangono attive e che trovano in queste terapie fisiche e farmacologiche il migliore risultato correttivo.
Domanda
Ho avuto un incidente stradale circa un anno fa. I vetri del parabrezza mi hanno provocato dei tagli sul viso e sul labbro superiore. Sono stata suturata in pronto soccorso. I segni dell'incidente sono poco visibili sul viso mentre purtroppo il labbro, che è cicatrizzato bene, è rimasto più gonfio dalla parte della cicatrice rispetto alla parte sana. Questo problema si mette maggiormente in evidenza quando sorrido perché un dente risulta più coperto rispetto all'altro. Non ho perso la sensibilità ma la parte del labbro che risulta gonfia è anche più dura del normale ed ho l'impressione che mi dia un aspetto poco naturale. E' possibile correggere il difetto chirurgicamente?
Risposta
Se il labbro dalla parte in cui è ancora gonfio risulta duro e poco elastico conviene aspettare ad eseguire un intervento chirurgico. Per migliorarne la consistenza e l'elasticità deve essere massaggiato e stirato giornalmente con creme elasticizzanti a partire dalla seconda o terza settimana dal trauma. Normalmente un anno è già sufficiente per poter intervenire ma ci sono casi particolari in cui il fatto di aver reciso i vasi linfatici oltre che i tessuti molli porta ad un aumento dello spessore e della consistenza che si protrae per tempi indefiniti. Nonostante l'intervento di pronto soccorso possa essere stato condotto in modo corretto, il trauma può mantenere una parte del labbro più gonfia e più bassa anche in modo definitivo. Ogni cicatrice ha una forma ed una geometria differente, per cui è difficile dire come correggere il difetto senza poterne osservare le caratteristiche. Generalmente quando il labbro risulta più basso da una parte è possibile accorciarlo e sospenderlo dall'interno in modo che non si noti che ha subito un'ulteriore correzione chirurgica. Il fatto che si sia mantenuta la sensibilità è un fatto positivo. Infatti quando il labbro viene denervato da un trauma, indipendentemente dalla cicatrice, tenderà sempre ad essere più basso rispetto alla metà risparmiata perché non più sottoposto al controllo volontario ed involontario che normalmente si applica alla muscolatura mimica facciale.
Domanda
Dieci anni fa ho eseguito un intervento al seno per ridurlo. Ora ho 36 anni e dopo l'intervento ho avuto due figli. Oggi il mio seno è tornato ad avere le stesse dimensioni che aveva dopo l'intervento, ma si è svuotato in alto. E' possibile integrare il volume nella parte alta senza appesantirlo troppo? Esistono protesi di piccole dimensioni che non portino ad assomigliare ad una maggiorata? E' possibile eseguire una mastoplastica additiva dopo una riduttiva?
Risposta
Il fatto che dopo l'allattamento la parte alta del seno si sia svuotata è abbastanza comune. Ciò è causato dalla forza di gravità che spinge verso il basso la massa della ghiandola mammaria quando questa è al massimo del peso (montata lattea). Bisognerebbe prevenire questo fenomeno indossando reggiseni molto contentivi. Ciò succede anche in pazienti che hanno subito un rapido aumento del volume del seno in fase di sviluppo. Anche in queste pazienti, se si corregge l'inestetismo mediante un intervento di mastoplastica riduttiva, si consiglia, in caso di gravidanza, di non allattare per evitare di compromettere la forma e la distribuzione della ghiandola. E' comunque possibile reintegrare i volumi mediante l'introduzione di una protesi che vada a riempire i quadranti alti del seno. Esistono protesi di piccole dimensioni confezionate proprio con questa indicazione. Il fatto di aumentare il seno dopo averlo ridotto non rappresenta una contraddizione. Può essere che in una vita la forma ed il volume del seno cambino e non siano proporzionati al resto del corpo. La correzione trova allora la sua giustificazione quando avviene nel rispetto della funzione della ghiandola e della sua anatomia.